23/06/09

Alcune tavole della mostra


La mostra ha per tema il Cantico delle creature di san Francesco. Nel percorso che ho seguito nel realizzare queste tavole ho scelto di attraversare i temi del cantico, cioè gli elementi della natura, come tappe del mio cammino di vita.
E' una sorta di memoriale, quindi, in cui le immagini sono un semplice pretesto. Questa mostra per me è stato un momento da vivere e condividere con le persone che contano nella mia vita.




Desiderio di vita.
La parola desiderio rimanda alle stelle “de-sidera”. Ma la particella “de” indica sia provenienza “dalle stelle”, che privazione e quindi mancanza, “nostalgia delle stelle”. Guardare alle stelle significa cercare la fonte della vita. La vita desiderata è vita ricevuta dall’alto, ma che ha nostalgia dell’Altissimo.
Il desiderio di vita è il sentimento che turba l’uomo, creatura dal cuore diviso in cerca di unificazione.
E’ un viandante in cerca di orientamento nel cammino, ma non lo trova in se finchè non alza lo sguardo e lo volge a Dio e si scopre creato a sua immagine. Il suo andare per il mondo ha così un senso nuovo, mosso dallo Spirito si mette in cammino e da viandante che non sa dove andare si fa pellegrino verso la meta. Il suo cuore è un abisso, ma Dio sa cosa c’è in ogni uomo e lo conduce sulla via per riunificarlo, perché è Lui stesso la via e la meta.
Il cantico delle creature mi insegna a leggere in tutto ciò che ci circonda un segno dell’amore di Dio per l’uomo. Per ciascuno di noi il creato racconta la storia di Dio che vuole incontrarci : tutto nel creato risponde al desiderio del cuore dell’uomo,
al suo deSiderium vitae.

Gen 1, 27; Fil 3,13; Sal 64,7; Gv 2,25; Gv 14,6



“Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane, et nullu homo ène dignu Te mentovare.”

L’uomo, pellegrino, difronte al bivio.
Le due vie si aprono davanti a lui, e la scelta lo chiama a interrogarsi nel profondo per scoprire se stesso. Alza gli occhi al cielo, all’Altissimo: “Signore tu mi scruti e mi conosci…guidami sulla via della vita.”

Sal 139



“Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si‘, mi’ Signore, per sora Luna e le Stelle: in celu l‘ài formate clarite et pretiose et belle.”
Sole e Luna, i due astri che si alternano nel cielo senza incontrarsi mai. Allo stesso modo il pellegrinio rischia di non incontrare mai il suo prossimo, l’altro a cui far dono di se.
Nell’eclisse Sole e Luna si sovrappongono e da questa unione si forma un anello luminoso che sigilla l’unione nel cielo. Quando l’uomo incontra il suo prossimo piu prezioso accade lo stesso: “l’uomo si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.” e sarà legato in terra come in cielo.

Gen. 2,24; Mt. 16, 19



“Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento, et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le Tue creature dai sustentamento.”
Ideologie, fanatismi, sete di potere, soffocano l’uomo e la sua libertà. Fanno il bello e il cattivo tempo causando dolore, morte, mascherandosi di ipocrisia, fingendo e manipolando l’uomo spesso usando Dio per giustificazione.
Ma questa aria è irrespirabile…Frate Vento soffia, spazza via queste nubi e questi fumi asfissianti.
Fa tornare l’aria pura, e il cielo si apre…



“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con colorati flori et herba”.
Le sofferenze, fisiche e interiori, piegano l’uomo, lo mettono in ginocchio nell’aridità nella quale sprofonda quando vive la perdita di senso della sua vita. E’ la lontananza da Dio: “Maledetto sia il suolo a causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.”
Allora la Terra, nella solitudine ardente del pellegrino, ha sete e accoglie le lacrime che la rendono nuovamene fertile per far rinascere la vita.

Gen 3,17; Gv 19,28



“Laudato si’, mi‘ Signore, per sora nostra Morte corporale da la quale nullu homo vivente po’ skappare: guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.”
L’amore, con la sua passione, è il sentimento che muove ogni uomo a superare il proprio limite per donarsi completamente alla persona amata. Morire a se stessi per dare la vita. ”Forte come la morte è l’amore”(Ct. 8, 6) ma l’amplesso nell’abbraccio degli amanti vince la morte, perché il frutto dell’amore è vita nuova.

Gv 15, 12-13

Qualche momento dell'inaugurazione.